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"L'ingenuità che uccide", storia di un cuore oltre le sbarre

Aggiornamento: 5 ago

«Ci sono storie che ti trafiggono come lame affilate. Ti sembra di ascoltarle e basta, eppure ti rimangono lì, senza che tu te ne accorga. Le senti al centro del petto, te le porti dietro nella tua quotidianità, nelle azioni che svolgi, nel modo di interagire con chi ti circonda. Non puoi farci niente, sono lì, insieme a te. E quando le ascolti, la tua vita cambia». Questa la dedica di Alice Balistreri al libro di Tommasina Crugliano dal titolo L’ingenuità che uccide, Graus edizioni.

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L’autrice è nata il 7 marzo del 1960 a Cirò Marina, in Calabria, paese in cui è rimasta fino a 17 anni. Un’infanzia serena, piena d’amore, un incontro fatale che le cambierà la vita. Una vita difficile, fatta di dolore e resilienza. È il 1978 quando Tommasina, per tutti Masina, finisce in carcere appena 18enne. Varca le porte del penitenziario di Piacenza con mandibola e denti distrutti, dopo un volo dal quarto piano nel tentativo disperato di sfuggire al marito violento. Dentro casa botte e umiliazioni sono all'ordine del giorno, fino a quando Masina, che più di una volta cerca anche di togliersi la vita, non ce la fa più e lo uccide. Condannata a 12 anni di reclusione, Marina vive l'incubo del carcere. Un giorno però il suo sguardo incrocia quello di Carla Covati, all'epoca 23enne agente di polizia penitenziaria. Ad agosto 2024 Carla, scrollando i social network, capita su un post: la copertina di un romanzo e la foto in bianco e nero di una ragazza: è proprio lei, Masina. In Germania si era rifatta una vita, che aveva poi raccontato proprio in questo libro. Poi l'incontro di persona, con la promessa di non perdersi di nuovo. Tommasina è rinata grazie anche a sua figlia Maria e ai suoi nipotini Giulia e Giuseppe. Il resto lo hanno fatto gli incontri con le tante donne che hanno contribuito a realizzare questo volume.

Un racconto intenso, coraggioso e autentico della sua vita. Con cadute e risalite. Ma ricco soprattutto di speranza e solidarietà al femminile. «È stato un onore per me, ma soprattutto un viaggio nell’anima di una guerriera – spiega l’attrice Francesca Brandi, a cui è stata affidata la prefazione -. Questo libro è un atto di verità e di amore. È un invito a riflettere, a non giudicare , a ricordarci che la vita è preziosa e non dobbiamo permettere a nessuno di rovinarcela». Francesca è anche autrice e attivista culturale. Racconta con emozione la sua amicizia con l'autrice: «Con Masina ci siamo conosciute grazie ai social qualche anno fa. Da allora è nata un'amicizia sincera, profonda, che si è nutrita di ascolto e stima reciproca. Seguo il suo cammino co affettoe sono orgogliosa di aver contribuito a raccontare la sua storia, così autentica e potente». Francesca è da tempo impegnata nel contrasto alla violenza di genere attraverso la cultura. «Credo profondamente che l'educazione all'amore e al rispetto debba iniziare dai giovani. Portare questi temi nelle scuole è l'unica vera prevenzione. Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti per riconoscere e affrontare la violenza prima che si manifesti», conclude la prefatrice.

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