Pensioni e Tfr, verso nuove forme di flessibilità in uscita
- Maurizio Carucci
- 7 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 06false19 GMT+0000 (Coordinated Universal Time)
La prossima legge di Bilancio potrebbe portare novità sul fronte previdenziale, introducendo la possibilità di utilizzare il Tfr per finanziare l’uscita anticipata dal lavoro. Una misura che darebbe ai lavoratori del settore privato una nuova opzione per accedere alla pensione, con maggiore flessibilità. Anche le imprese di eccellenza e del made in Italy sono interessate. Anzi soprattutto loro. Tra dazi, costi dell'energia e del lavoro alle stelle, difficoltà ad attrarre e trattenere talenti, le pmi dell'artigianato e del turismo dovranno fare i conti con il rischio di maestranze esperte costrette ad andare a riposo. Ma anche con il ricambio generazionale e la difficoltà a rimpiazzare chi ha trascorso una vita in bottega, in albergo, in cucina. Quindi una doppia penalizzazione per gli imprenditori del made in Italy. Forse servirebbero misure compensative per incentivare le assunzioni di giovani, donne e disoccupati (come l'apprendistato). O strumenti per trasformare i pensionati in maestri di bottega.
Secondo Andrea Martelli, esperto di previdenza obbligatoria e fondatore di MiaPensione, «questa proposta apre a riflessioni importanti sulla necessità di una maggiore educazione previdenziale e finanziaria. Un’indagine Moneyfarm rivela che il 40% dei lavoratori conosce poco il funzionamento del Tfr e solo il 25% sceglie di destinarlo a un fondo pensione, preferendo lasciarlo in azienda. Questa decisione, spesso compiuta senza grande consapevolezza, può comportare dei rischi: le pmi con meno di 50 dipendenti, ad esempio, non sono obbligate a versare il Tfr maturato al fondo di tesoreria gestito dall'Inps, ma possono gestirlo internamente. Questo espone il lavoratore al rischio d’impresa, in caso di insolvenza aziendale».

Anche la tassazione cambia. «Nei fondi pensione i rendimenti sono tassati tra l’8% e il 15%, mentre il Tfr lasciato in azienda subisce l’aliquota media Irpef degli ultimi cinque anni, raramente sotto il 23%. Inoltre, i fondi pensione possono garantire rendimenti aggiuntivi e, in certi casi, un contributo extra del datore di lavoro», prosegue l’esperto.
Il governo starebbe valutando di permettere l’anticipo del pensionamento per chi ha almeno 64 anni e 20 anni di contributi effettivi, utilizzando il proprio Tfr maturato, al fine di colmare il divario economico fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. L’idea s’inserisce nel quadro delle riforme volte a una maggiore flessibilità in uscita, dopo il superamento delle precedenti misure sperimentali (Quota 100, 102 e 103), «ma comporta alcuni rischi e controindicazioni. La prima è una riduzione dell’assegno pensionistico: anticipando l’uscita dal lavoro, il lavoratore verserà meno contributi e maturerà una pensione inferiore. L’utilizzo del Tfr come ponte verso la pensione, inoltre, richiederebbe una gestione oculata delle risorse, onde evitare di rimanere privi di un capitale che, altrimenti, verrebbe liquidato al termine del rapporto di lavoro».
«Si rende, quindi, necessaria una consulenza previdenziale personalizzata, con un consulente esperto, anche per stimare l’impatto sul futuro assegno pensionistico (simulabile attraverso il servizio "La mia pensione futura" sul portale dell'Inps)», suggerisce il fondatore di MiaPensione. Tra le ipotesi discusse c’è anche il conferimento diretto del Tfr all’Inps, ma secondo Martelli «questa soluzione solleva questioni di governance e fiducia. Meglio puntare, almeno inizialmente, su formule che lascino ai lavoratori la gestione del proprio Tfr in funzione del pensionamento».
Quindi, l’uso del Tfr per favorire l’uscita anticipata appare «un’opportunità interessante, ma richiede regole chiare e tutele per i lavoratori. In un contesto in cui l’età pensionabile tende ad aumentare e le carriere sono sempre più discontinue, è fondamentale accompagnare ogni riforma con strumenti di informazione, consulenza e simulazione, così da consentire scelte consapevoli e sostenibili nel lungo periodo», conclude l'esperto.
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