FABIO AMATO. lacucinadifabiuccio da Instagram ad un percorso di crescita personale
- Valentina Tafuri - https://www.linkedin.com/in/va
- 24 set
- Tempo di lettura: 3 min
Ama definirsi “Food teller”, Fabio Amato, una pagina di 440mila followers su Instagram e soprattutto una persona caparbia che in quello che fa unisce passione e razionalità.
La sua pagina si chiama @lacucinadifabiuccio in memoria della nonna, che lo chiama così affettuosamente. La cucina, quella, come luogo fisico, era proprio quella di casa sua. Fabio infatti, che, durante un periodo trascorso a Foggia per lavoro, ha aperto una pagina Instagram dove ha iniziato a postare le foto, “allora non c’erano ancora i reels“, ricorda, di quello che cucinava per sé. La cucina, dunque, anche come luogo del cuore e del gusto era proprio la sua.
I piatti che fotografava e di cui descriveva la ricetta erano infatti quelli che aveva imparato a cucinare guardando la nonna e la madre, iniziando a pasticciare sin da bambino.
«La mia pagina iniziò a crescere velocemente. Era il 2017 ed eravamo relativamente in pochi su Instagram a fare questo tipo di post», ci racconta, «la mia pagina arrivò 20/30.000 followers in pochi mesi e ben presto quello è diventato un secondo lavoro» (Fabio è, anzi era – continuare a leggere per scoprirlo - manager di uno store di una catena di elettronica).

«La mia è un’ idea di cucina molto tradizionale, una cucina di famiglia, legata ai prodotti e ai piatti del territorio, della Campania ma con un’attenzione particolare, sarà perché sono della Bilancia», scherza, «per il dettaglio, per l’impiattamento e per l’innovazione».
La curiosità, la voglia di crescere e di conoscere riportano Fabio nella sua città natale, Salerno, dove consegue l’attestato da chef. Nel frattempo Instagram introduce i reels e continuando a postare, la pagina di lacucinadifabiuccio continua a crescere.
In controtendenza con molti altri creator, Fabio però durante il lockdown si prende una pausa, posta poco “forse ho sbagliato ma avevo bisogno di riposarmi perché ho sempre fatto tante cose ed avuto svariati interessi“ ma dal 2022, riprende a farlo con continuità e la pagina cresce in maniera esponenziale fino ad arrivare all’attuale follower-base di oltre 440 mila persone.
Quale è il segreto di tanto successo?
«Credo che sia l’empatia e la disponibilità. Cerco sempre di dedicare tempo alle persone che mi seguono. La bellezza, la bravura, quelle possono averle in tanti ma mi sono reso conto che l’attenzione alle persone, questo fa la differenza. Le persone che mi seguono si fidano di me e questo non ha prezzo e per questo vanno rispettate, ascoltate e dargli un feedback è un piacevole obbligo, direi quasi morale».
Cucina prevalentemente primi piatti, Fabio, a partire dai suoi preferiti. Se tu fossi un piatto di pasta, quale saresti?
«Direi innanzitutto il piatto iconico di mia nonna, la pasta e piselli con l’uovo sbattuto. Un dolce ricordo di noi due insieme. Quello che mi rappresenta di più però è la “puttanesca”. E’ uno dei piatti più semplici ma a livello di gusto, con le alici, i capperi, il pomodoro, sprigiona un mondo e poi si può giocare di fantasia per innovarlo». Anche per conquistare una persona? «Certo, basta aggiungere del tonno o del baccalà per dargli una spinta diversa».

Perché ti definisci “Food teller”?
«Non sono uno chef perché non lavoro tutti i giorni nella cucina di un ristorante e non sono un blogger che di solito va nei ristoranti e ne racconta i piatti. Per questo sono un food teller. Mi piace raccontare quello che faccio e come lo faccio, anche approfondendo le conoscenze e le informazioni sugli ingredienti. Visitando gli stabilimenti di produzione, rendendomi conto di cosa c’è dietro al prodotto. Solo così lo su può valorizzare davvero».
Intervistiamo Fabio di rientro da Roma e in partenza per un cooking show. Cosa sta succedendo in questo periodo?
«Il mio è un percorso in divenire. Torno da Roma dove sono stato ospite di una trasmissione Rai per tutta l’estate. La novità vera però è che da ottobre lavorerò per i Molini Pizzuti insieme al direttore vendite, in ambito marketing ed organizzativo.
Sono una persona caparbia e desiderosa di affermarsi e sebbene i social mi abbiano dato notorietà e tante opportunità, nel lungo termine ho bisogno di certezze a cui ancorarmi ed un lavoro più strutturato».
Quindi dove ti vedi tra dieci anni?
«Un mese fa ti avrei detto: in locale tutto mio, non come chef ma a raccontare, in sala, le portate, a fare divulgazione e cultura enogastronomica (si è appena laureato in Scienze della gastronomia). Oggi ti dico: in un’azienda, in un ruolo importante, chissà, come direttore vendite!».
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