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Educazione alimentare necessaria per la tutela della salute


Chi lo ha detto che l’educazione ad una corretta alimentazione, specie per i bambini ed i ragazzi, debba essere noiosa?

Che siano la scuola o altre forme di educazione o comunicazione, il modo per imparare a mangiar sano è certamente più efficace se accompagnato da una dose di ironia, se abbinato ad attività ludiche o pratiche che impegnano i ragazzi in prima persona, se il consumo di cibo sano avviene in compagnia.

Bambini e giovani che preparano i cibi insieme ai genitori, anche come attività ludica e di distrazione da tv, videogiochi e social, sono infatti più aperti all’assunzione di nuovi cibi. Lo testimonia uno studio che il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha condotto nel 2023 su 99 bambini del Lazio tra i 6 e gli 11 anni, paragonando le loro abitudini alimentari durante il primo lockdown da Covid-19, a quelle dei periodi pre- e post- pandemia.

Il CREA quindi riconosce il valore nella gamification come uno dei metodi efficaci di educazione alimentare: lo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition evidenzia infatti che il coinvolgimento dei bambini nella preparazione di un pasto, che per loro è un gioco, limita la “neofobia”, il rifiuto, cioè, di alimenti nuovi o sconosciuti e anzi, li induce a mangiare più frutta e più verdura.

Il Report 2024 - Ufficio 5 Nutrizione e informazione ai consumatori, pubblicato nel febbraio 2025 dal Ministero della Salute, afferma la centralità dell’educazione alimentare come strategia di prevenzione di patologie che hanno un notevole peso, anche economico, per l’intera società.

Con questo scopo sono state prodotti due volumi rivolti alle scuole, Nutri i tuoi perché e Nutrizionando, che parlano, con linguaggio semplice ma efficace, di Dieta Mediterranea, di consapevolezza di ciò che si mangia attraverso la lettura dell’etichetta, di spreco alimentare.

Che l’educazione alimentare sia necessaria lo afferma anche l’89% di giovani della GenZ che hanno risposto al sondaggio lanciato ad inizio anno da Webboh, una community di quasi due milioni di follower su Instagram. Il 34% dei partecipanti ha persino affermato che questa “materia” dovrebbe essere inserita nei programmi scolastici.
<a href="https://it.freepik.com/foto-gratuito/pranzo-colorato-con-elementi-decorativi-sul-tavolo_4690218.htm">Immagine di freepik</a>
Credits: Freepik

Anche il sondaggio che Doxa quest’anno ha condotto per la Fondazione Edamus sul livello di conoscenza della Dieta Mediterranea conferma che si debba fare maggiore divulgazione per favorire la diffusione di comportamenti alimentari virtuosi e sfatare falsi. Il report rivela che il 92% degli italiani dice di conoscere abbastanza bene la Dieta Mediterranea ma il 51% non ha fatto nulla di concreto per adottarla ed il 39% pensa che uno dei motivi sia il costo elevato degli alimenti. In realtà i maggiori ostacoli sono abitudini e stili di vita radicati.

Questo è certamente un controsenso se pensiamo che l’Italia offre una grandissima varietà di colture agroalimentari alla base della ricchezza di una cucina apprezzata in tutto il mondo.

Nonostante questo, nel nostro Paese il 29% dei bambini è in sovrappeso (dati 2023 osservatorio Okkio alla salute dell’Istituto Superiore di Sanità), con il Sud Italia che registra il tasso più alto e la Campania che registra la percentuale più alta (43%).

Colpisce il dato della Campania, che è patria della Dieta Mediterranea, nata per opera dello scienziato statunitense Ancel Keys.

La posizione dell’Italia non è migliore a confronto con il resto d’Europa: i dati del  Global Health Observatory - Prevalence of obesity among children and adolescents dell’OMS del 2024 ci pone al 13° posto per popolazione giovanile affetta da obesità con il 9,6% e all’ 11° posto per il sovrappeso (27,3%).
Considerate le numerose malattie croniche correlate all’obesità infantile, l’OMS l’ha riconosciuta come una delle maggiori emergenze sanitarie contemporanee, su cui molto influisce l’assunzione di cibi ultra-processati.

E’ per questo che la scuola gioca un ruolo importante non solo a livello informativo ma anche di esempio: la refezione scolastica è infatti uno dei primi “campi” in cui i bambini possono sperimentare un’alimentazione corretta. Per questo è stato interessante il progetto CrescereBIO, promosso dalla Regione Campania, a cui hanno partecipato gli studenti di Istituti professionali alberghieri e per la ristorazione, sfidandosi nella creazione di un piatto che avesse le caratteristiche giuste per essere inserito in un menù della mensa scolastica e valorizzasse prodotti biologici campani.

Il rispetto della stagionalità dei prodotti, il consumo di frutta, verdura, legumi, cereali, di alimenti locali, la lotta allo spreco, sono alcune delle tematiche affrontate in diverse iniziative in corso proprio in Campania.

Credits: https://www.ecomuseodietamediterranea.it/
Museo della Dieta Mediterranea

A Pioppi-Pollica (SA) sorge il Museo Vivente della Dieta Mediterranea, meta di scolaresche che, attraverso laboratori, percorsi esplorativi, lezioni frontali ed attività pratiche apprendono i principi della Dieta Mediterranea, che qui è nata.

L’Organizzazione di Produttori TerraOrti, con l’obiettivo di trasformare il consumo di frutta e verdura in una scelta dettata dal gusto e non dall’imposizione, si fa promotrice dei progetti: Fruit and Salad on the beach, che prevede la distribuzione di frutta e verdura sulle spiagge e CineFrutta, un Festival di cortometraggi sulla Sana Alimentazione che vede gareggiare ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori dell’Unione Europea.

Mens Sana in Corpore Sano è il progetto rivolto ad adolescenti e giovani fino ai 30 anni e finanziato dalla Regione Campania per promuovere l’ agricoltura sostenibile attraverso l’educazione ambientale ed alimentare, con lo “scopo fondamentale di diffondere fin dalla più giovane età questo modo di vivere che significa anche far risparmiare in termini economici. Il mio ideale, attraverso la cultura della prevenzione, è che le persone non si ammalino», ha affermato la professoressa Annamaria Colao, titolare della cattedra UNESCO per l’Educazione alla salute.

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