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Con Var Group il digitale parla toscano

Francesca Moriani è ceo di Var Group. L'azienda è nata negli anni '70 a Empoli (Firenze) e si occupava di digitalizzazione ante litteram. Nell'aprile 2024 ha fatturato 823 milioni di euro, grazie anche alla professionalità delle oltre 3.850 persone che accompagnano le imprese di 13 Paesi al mondo nel loro percorso di trasformazione digitale.

Francesca Moriani, ceo di Var Group
Francesca Moriani, ceo di Var Group

Come spiega il successo di Var Group?

È un successo che deriva dalla nostra volontà di accompagnare le imprese seguendole in tutto il percorso di evoluzione digitale, grazie anche ad un ascolto attivo che ci ha aiutato a definire la migliore organizzazione per supportarle. Per questo abbiamo scelto di superare le strutture gerarchiche tradizionali. Questa filosofia ha portato a risultati concreti: maggiore coesione tra team, decisioni più rapide e un’energia collettiva orientata alla creazione di valore. La capacità di integrare competenze diverse, la spinta all’internazionalizzazione e un approccio flessibile verso i clienti hanno favorito una crescita significativa sia in termini di fatturato che di persone. Le imprese affrontano sfide senza precedenti: crisi economiche, conflitti globali, epidemie e un progresso tecnologico rapidissimo. Per evolvere e non restare fragili di fronte a questi shock, serve cambiare i paradigmi tradizionali.


Lei ha raccontato l’approccio di Var Group in un libro, Braveship, ma da dove arriva questo approccio?

Come racconto in Braveship, l’approccio di Var Group nasce dalla mia esperienza personale, errori compresi, ma si è maturata nella dimensione collettiva della nostra realtà.  Fin da piccola lo sci agonistico mi ha insegnato valori fondamentali che ho portato nella dimensione aziendale: concentrazione, tenacia, disciplina e responsabilità. Lo sci è uno sport che non ammette alibi: ogni errore, anche minimo, può compromettere il risultato. Questo mi ha insegnato a puntare all’essenziale, a coltivare la lucidità mentale e a valorizzare ogni secondo, proprio come in una manche da 60 secondi. La pratica sportiva mi ha anche trasmesso l’importanza della squadra, pur in un contesto individuale: il supporto collettivo è decisivo, anche quando la performance è personale. Ho imparato a non cercare scuse, a riconoscere le opportunità e a costruire le condizioni per coglierle. In azienda, questo si traduce in una leadership che incoraggia l’autonomia, la responsabilità condivisa e la capacità di affrontare le sfide con determinazione e visione. Fin da giovane, sognavo di guidare un’azienda dove poter vivere con felicità, sentirsi liberi di esprimersi e contribuire con il proprio talento agli obiettivi condivisi. Questo desiderio di libertà e felicità è diventato il motore della mia leadership: credo fermamente che un ambiente di lavoro positivo sia la chiave per un’azienda di successo.


Cosa fate per attirare e trattenere i talenti? Sono previste assunzioni?

Var Group punta su un ambiente basato sulla fiducia, trasparenza e responsabilità condivisa. Il modello organizzativo valorizza l’autonomia e la crescita personale, permettendo a ciascuno di contribuire attivamente all’innovazione e al successo collettivo. Mi piace ricordare che questo percorso è supportato con una formazione continua che accompagna tutte le persone anche nell’adozione dei nuovi modelli organizzativi.Negli ultimi anni, l’azienda è cresciuta anche dal punto di vista occupazionale, in particolare da quando ho ricoperto questo ruolo, siamo passati da circa 700 a oltre 4.000 collaboratori, oltre al fatto che siamo presenti in 16 paesi nel mondo. Per rispondere a questa crescita esponenziale siamo sempre alla ricerca di nuovi profili: in questo momento abbiamo attive oltre 70 ricerche solo in Italia.


Quali sono i progetti del futuro?

Var Group intende proseguire nel percorso di internazionalizzazione consolidando la propria presenza in Europa e rafforzando i mercati in cui è già attiva. L’obiettivo è continuare a integrare nuove competenze e realtà imprenditoriali, offrendo ai clienti soluzioni sempre più complete e personalizzate, nell’ottica della prossimità e della zero distance, sia fisica sia relazionale.Parallelamente, l’azienda continuerà a sviluppare le proprie aree di competenza strategica – come la cybersecurity, la data science e la digitalizzazione delle imprese manifatturiere – per affermarsi come un partner unico e affidabile nel percorso di evoluzione delle imprese. L’intelligenza artificiale sarà uno strumento chiave per integrare intelligenze diverse – artificiale, umana, collettiva e organizzativa – e accompagnare le aziende verso modelli più agili, efficienti e sostenibili.


Quali sono i vantaggi del nuovo modello organizzativo?

Il nuovo modello, ispirato all’holacracy, ha permesso di rendere l’organizzazione più agile e partecipativa. La distribuzione del potere decisionale favorisce la rapidità nelle scelte, riduce i conflitti interni e rafforza la coesione dei team.Abbiamo imparato a definire la chiarezza organizzativa, a favorire trasparenza e responsabilità diffusa, e a non gestire le persone ma a prenderci cura di loro, creando le condizioni affinché possano esprimersi liberamente. La responsabilità non si delega, si abilita: così le persone trovano la loro autonomia. La libertà si ottiene da regole condivise, chiare e conosciute – vincoli abilitanti come il semaforo e la rotonda o i vincoli nel gioco sportivo.


Pensate di coinvolgere i dipendenti anche nella gestione dell’azienda?

Mi piace parlare in termini di persone e di competenze. La nostra revisione organizzativa restituisce il potere decisionale ai singoli individui, in base alle loro competenze che hanno acquisito. Il modello di leadership distribuita mira a rendere ogni collaboratore parte attiva della gestione aziendale, riconoscendogli autonomia e responsabilità. Questo consente a ciascuno di essere protagonista del cambiamento e dell’innovazione, contribuendo direttamente alla crescita dell’organizzazione e alla costruzione di un ambiente più partecipativo e condiviso. La leadership diffusa non è una concessione: è una scelta consapevole di responsabilità condivisa, di autonomia che si nutre di fiducia. Non vuole essere solo una storia aziendale ma un invito ad abbracciare una nuova organizzazione più felice, più reattiva, più umana. In un mondo dove il cambiamento è la norma, la leadership diffusa non è un esperimento, ma una scelta necessaria.

 

Come sarà possibile integrare l’intelligenza artificiale in ambito lavorativo?

Abbiamo voluto dedicare a questo tema il nostro evento annuale Zing, che ha riunito a Rimini oltre 2.000 persone. L’obiettivo è stimolare una riflessione su come trasformare l’impresa integrando intelligenze diverse – artificiale, umana e collettiva – creando un nuovo paradigma evolutivo. Eventi come questo mettono in dialogo visione strategica, esperienze concrete e momenti di confronto, trovando le chiavi giuste per accompagnare le aziende verso modelli più agili, efficienti e sostenibili. Dobbiamo avere il coraggio di lasciare andare il potere, perché in realtà lo acquisiamo sotto altre forme. Serve chiarezza organizzativa, fiducia nelle persone, trasparenza e capacità di integrare l’intelligenza artificiale nei processi. È fondamentale sbagliare, imparare dagli errori e non pensare solo alla redditività. Investiamo nel nostro futuro e in quello del nostro meraviglioso sistema paese, con coraggio, condivisione e responsabilità condivisa.

 

 
 
 

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