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Dell’aglio? Non si butta via niente! Un esempio di economia circolare

Aggiornamento: 4 ago


 

Anche la sua camicia infatti, anziché diventare rifiuto, può essere riutilizzata. Il racconto di una applicazione pratica del concetto di economia circolare.

 

Si può innovare anche partendo da una semplice testa d’aglio?

A dimostrarci che si può è la storia di Rosa Ferro.

 

L’idea nasce dalla creatività e dall’attenzione all’ambiente di questa giovane imprenditrice agricola, laureata in Scienze Ambientali che, insieme al compagno, decide di dedicarsi ad un’attività lontana dal tran tran cittadino a cui era abituata. Ad Ottati, un paesino nel cuore del Parco del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, l’idea prende forma.

 

“Quando abbiamo iniziato l’attività della nostra azienda agricola, l’aglio è stata la prima coltivazione che abbiamo impiantato perché era quella che meglio si prestava a crescere su un terreno povero e con poche risorse idriche”, ci racconta Rosa.

In Italia si coltiva l’aglio dal bulbillo, cioè da un piccolo spicchio che si trova all’interno della “testa” di aglio. Questo significa che le teste vanno spogliate della loro “tunica”, ossia di quella pellicola leggera che le avvolge, per poter prelevare i bulbilli.

“Ci ritrovavamo con sacchi enormi di tunica d’aglio da smaltire. In agricoltura esistono già altre pratiche di riciclo di questo scarto, usato, per esempio, per allontanare alcuni insetti parassiti dal suolo. Osservando la tunica però ho avuto un’idea diversa. Il colore bianco, traslucido e la consistenza papiracea mi hanno suggerito di provare a fare qualcosa di nuovo, di produrre dei fogli di carta”.


Un quaderno decorato di carta di tunica d'aglio
Quaderno artigianale

Rifacendosi alla letteratura e ai metodi tradizionali di produzione della carta, Rosa ha iniziato a sperimentare. “In casa ho sminuzzato le tuniche d’aglio con un frullatore, poi le ho bollite in una pentola, fino ad ottenere una poltiglia, che ho steso su un panno e poi pressato per appiattirla e farle perdere tutta l’acqua in eccesso. Infine l’ho lasciata asciugare. Il risultato è stato un foglio di carta un po’ grossolano ma flessibile. Facendo altri test, in poco tempo ho migliorato il risultato finale, ottenendo fogli più sottili e più flessibili, sui quali è possibile scrivere con penna, pennarelli, colori ad acqua o a olio”.


Il racconto di Rosa è appassionato, come di chi è fermamente consapevole di un progetto rivoluzionario nella sua semplicità.


“Rispetto ad altri esempi di recupero e riciclo di rifiuti organici, come il mais o la pelle delle mandorle, il processo che ho ideato non prevede nessun trattamento chimico. Utilizzo la tunica d’aglio tal quale, semplicemente tagliandola in pezzettini piccoli, che conservano anche dei piccoli filamenti che, intrecciandosi in maniera casuale nella lavorazione al telaio, creano una trama che rende il foglio resistente e flessibile. Non ho bisogno di colle né di altro”.

Un processo completamente green e sostenibile di economia circolare: “utilizzo pochissima acqua”, aggiunge Rosa, “perché la tunica non necessita di essere lavata, anzi il suo colore è una delle particolarità dei fogli che produco e l’acqua che utilizzo e cade dal telaio quando presso i fogli, viene raccolta e riutilizzata per bollire altra tunica”.

Un processo completamente circolare che consente di sottrarre allo smaltimento anche la tunica proveniente da altre coltivazioni di aglio.

“Nel 2024 abbiamo recuperato 200 Kg di tunica d’aglio derivante da altre aziende agricole”, ci spiega Rosa, che è riuscita a perfezionare la qualità dei fogli prodotti rendendoli malleabili ed utili per creare anche dei manufatti.

“Oggi con la tunica d’aglio produco non solo fogli ma anche scatoline, buste da lettera, quaderni artigianali. E’ ottima anche come base per creazioni artistiche. Una di queste, da me realizzata, è stata inclusa in una video-esposizione al Carrousel du Louvre”.

La produzione è su richiesta e completamente manuale ed è in crescita. Sempre più gente apprezza questo prodotto nato da una materia prima-seconda, che è stata anche brevettata e che è valsa a Rosa diversi premi, tra cui quello di Legambiente come Ambasciatore del territorio e due Oscar Green di Coldiretti.


Rosa Ferro e un esempio di carta di tunica d'aglio
Rosa Ferro

“Oltre a portare avanti un discorso relativo al rispetto per la natura e per l’ambiente, quello che per noi è importante è lanciare un messaggio a chi ha paura di investire, soprattutto ai giovani, come noi. La nostra azienda Il dono dell’erba e anche la produzione di fogli e prodotti in tunica d’aglio sono la dimostrazione che anche con poco si può fare molto. Quello che è importante è l’idea, con quella poi si arriva anche ad ottenere i finanziamenti per migliorare e crescere”.

L’anima imprenditoriale e l’inventiva di Rosa Ferro non si fermano qui però. Le chiediamo se ha in programma di riciclare altri materiali organici. "La nostra attività principale è l’allevamento di galline al pascolo. Curiamo molto il loro benessere e questo ci consente di produrre uova di ottima qualità. Chissà che non riesca ad inventarmi un processo per trasformarne i gusci in qualcosa di utilizzabile per altri scopi!.


Con la carta di tunica d'aglio si possono creare tanti oggetti
Bomboniera


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