Cucina italiana, patrimonio Unesco
- Silvia Malandrin
- 21 set
- Tempo di lettura: 3 min

Dopo la dieta mediterranea tocca alla cucina italiana. Entro dicembre potrebbe essere riconosciuta patrimonio universale dell'umanità da parte dell'Unesco. Un’eccellenza a livello globale , nonostante le imitazioni e la tardiva candidatura.
Nel 2024 ha raggiunto nel mondo un valore complessivo di 251 miliardi di euro, con una crescita del +4,5% su base annua. La cucina tricolore, inoltre, rappresenta il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio al tavolo (Full Service Restaurant) ed è particolarmente rilevanti negli Stati Uniti e in Cina, che insieme coprono oltre il 65% dei consumi globali per la cucina italiana. È quanto emerge dalla nuova edizione del report Deloitte Foodservice Market Monitor 2025.
L’Italia si conferma tra i principali mercati globali del Foodservice, classificandosi al sesto posto per valore complessivo, al quarto per i Full Service Restaurant (i ristoranti con servizio al tavolo) e al quinto per Quick Service Restaurant (quelli caratterizzati da servizio più rapido con ritiro al banco). Nel 2024 il comparto in Italia ha raggiunto gli 83 miliardi di euro, segnando una crescita del +2% e superando stabilmente i livelli pre-pandemici. Il mercato italiano rimane frammentato, ma le catene – seppur ancora sottorappresentate – stanno crescendo rapidamente: la loro incidenza è passata dal 7% del 2019 al 10% attuale, con un’espansione trainata in particolare dal segmento Quick Service Restaurant (+13,3% CAGR 2019–2024, contro il +7,6% globale).
Il riconoscimento dell'Unesco non può che fare bene all'agroalimentare italiano e al turismo enogastronomico.
Il mercato della ristorazione globale ha raggiunto un nuovo punto di equilibrio dopo le conseguenze imposte dalla pandemia, toccando un valore di 2.916 miliardi di euro nel 2024, con una crescita moderata ma costante e dinamiche che riflettono un contesto economico in evoluzione.
Tocca però alle nostre rappresentanze all'estero potenziare la loro funzione di ambasciatori delle vere tradizioni culinarie italiane. A cominciare dalla lotta alla contraffazione e dalle scuole di cucina per gli stranieri.
Anche perché a livello globale le preferenze dei consumatori stanno evolvendo: il 65% è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili e il 76% riduce il consumo di carne per motivi ambientali. Il ristorante è percepito sempre più come uno spazio di socializzazione, soprattutto tra i più giovani. La Gen Z, in particolare, visita ristoranti e takeout in media 3-4 volte al mese, con una spesa in crescita di +0,7% nel 2025 rispetto all’anno precedente.
Gli operatori del settore stanno affrontando la pressione su margini e manodopera attraverso soluzioni innovative. Oltre il 50% ha investito in automazione e digitalizzazione, mentre il 58% ha rivisto i propri menù per semplificare le operazioni e ridurre i costi. Cresce anche l’adozione di strategie esperienziali basate su personalizzazione, ingredienti premium e ambientazioni memorabili con l’obiettivo di fidelizzare i clienti.
Senza dimenticare che cucina italiana e dieta mediterranea possono andare a braccetto. A tavola, infatti, comincia la salute. Ma si nutre anche la convivenza, la socialità e la solidarietà.
Intanto, oltre 120 tavolate imbandite in tutta Italia hanno raccontato il rito del pranzo della domenica, a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, la cui decisione sarà presa l’8 dicembre da 24 Paesi. "Sarà un'iniziativa eccezionale in tutta Italia, insieme con l'Anci, in 120 capoluoghi di provincia e moltissimi altri comuni, ci saranno tante tavolate." afferma il ministro Francesco Lollobrigida.
Maurizio Carucci, Direttore
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